Rapporti di aspetto, formati minori, 720p e 1080p
Le impostazioni video che non puoi non conoscere: 4K, 1080p, 720p
720p questo sconosciuto? Seconda parte di questo tutorial sui fondamentali dell’immagine video. Visto il successo del primo articolo, credo che esploreremo ancora per un po’ questo argomento.
Da altri punti di vista, certo: in modo da fornire una vera e propria guida all’utilizzo primario di queste macchine di ripresa. Divertitevi e lasciatemi i vostri commenti: come al solito sono i benvenuti!
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720p e simili
Se la scorsa volta abbiamo parlato di standard, formati e sistemi di scansione, oggi ci dedicheremo ai rapporti di aspetto ed ai i formati minori per le HD-DSLR.
Cosa sono? Altri dettagli fondamentali da tenere presenti quando sceglierete come girare e come editare il vostro filmato.
Ma non perdiamoci troppo in chiacchiere: c’è ancora molto da dire.
I rapporti di aspetto
Per rapporto di aspetto si intende quel coefficente numerico che mette in relazione la grandezza orizzontale del fotogramma e quella verticale.
Su questo argomento poco da dire: anche se la storia del cinema vanta innumerevoli tentativi di innovare i rapporti di aspetto del frame, gli standard che si sono imposti sono pochi e facilmente catalogabili.
- 4:3 – rapporto di 1:1,33 tra altezza e base del fotogramma – lo standard per le trasmisioni broadcast analogiche e le registrazioni dell’era pre-digitale
- 16:9 – rapporto di 1:1,78 tra altezza e base del fotogramma – lo standard per la ripresa digitale e HD. Usata sia nei formati 720p che in quelli 1080p
- 17:9 – rapporto di 1:1,85 tra altezza e base del fotogramma – uno dei due standard per la cinematografia contemporanea
- 21:9 – rapporto di 1:2,35/2,39 tra altezza e base del fotogramma – uno dei due standard per la cinematografia contemporanea
Formati minori delle HD-DSLR video
Sarà capitato anche a voi: riprendere in mano filmati dei primi anni duemila (io non facevo ancora il professionista, ma di certo ero interessato al mondo del digitale) e vedere inquadrature girate da videocamere in SD.
Nel 99% dei casi è materiale da buttare nella spazzatura. Non solo per la grandezza millimetrica del frame, non solo per il formato 4:3 oggi fortunatamente pensionato, ma è proprio la qualità del girato a lasciare a desiderare.
Filmati scialbi, senza contrasto, con profondità di campo infinite, senza contrasto, senza pathos.
Oggi si è diventati molto esigenti, e senza dubbio l’alta definizione ha avuto una bella responsabilità in questo (fortunato, provvidenziale) salto di qualità. Canon e Nikon hanno capito bene questa cosa, per cui, semplicemente, si sono limitati a non inserire modalità di registrazione in SD all’interno delle loro macchine fotografiche reflex.
Nel mondo delle HD-DSLR (guardiamo le voci del menu) l’unico formato non-HD è il 480p (640×480 pixel), 4:3, 50/60 fps.
Inutilizzabili formati minori
Nulla di utilizzabile, poco più di un vezzo inserito a puro titolo di precauzione: non conosco una sola persona che abbia girato materiale con questa opzione, neppure nel più sottopagato dei lavori.
Inoltre – lo sappiamo tutti – la definizione standard per il broadcast è di 720×576 pixel per il formato PAL e 720×480 pixel per il formato NTSC, entrambi con un rapporto di 4:3.
Quindi i formati SD presenti nelle reflex non hanno alcun impiego nemmeno a livello broadcast. Tutt’al più possono servire per alcuni prodotti web, ma vista l’apertura di YouTube e Vimeo al mondo dell’HD, anche questa ipotesi mi pare piuttosto pellegrina.
Da questo assunto – che le reflex HD-DSLR non sono pensate per il mondo della standard definition – possiamo continuare la nostra indagine nel mondo dei formati e degli standard.
Il consiglio di partenza è sempre quello: lavorate alla massima qualità possibile. Ormai tutti i software di editing video permettono di fare rapide esportazioni e conversioni: non è difficile eseguire dunque un resize (ridimensionamento) dei filmati girati anche nel caso in cui volessi montare o esportare in SD.
Al contrario, girare in standard definition significherebbe creare filmati di bassa qualità e non utilizzabili in futuro. Quindi imparate subito la lezione: cercate di volere bene al vostro archivio di immagini. Realizzatelo sempre in alta definizione.
Modalità 720p e 1080p
Le reflex HD-DSLR lavorano principalmente in due formati: 720p (HD Ready o semplicemente HD, 1280×720 pixel, progressivo, 50/60 fps) e 1080p (Full HD, 1920×1080 pixel, progressivo, 24/25/30 fps). Analizziamoli individualmente.
Il formato 720p crea un file tutto sommato di buona qualità: non in full HD ma comunque adeguato sia alla ripresa sia alla registrazione.
Si parla di circa 920.000 pixel, quindi meno di 1 megapixel in totale. Rispetto ad un formato fotografico, quindi, siamo a livelli molto bassi.
Proprio per questo, il 720p NON è il formato di registrazione standard. Non soltanto per il numero di fotogrammi al secondo (ne parleremo tra poco) ma anche e sopratutto perché è un formato ormai superato.
Molto più del FullHD
Nel momento in cui scriviamo – luglio 2014 – possiamo già enumerare una vasta serie di macchine da presa che hanno superato il full HD e permettono la registrazione in 2K, 4K e addirittura 5K (Black Magic Camera, GoPro Hero 3, RedCam, Sony serie F ecc.).
Appare quindi del tutto irrazionale registrare materiale in formati minori e in qualità peggiore, tanto più in un momento di forte aggiornamento tecnologico come questo.
Tuttavia il 720p è talvolta impiegato. Di solito si usa questa modalità di registrazione quando:
- Se hai poco spazio su card: un file 720p è decisamente più leggero di uno 1080p
- Quando invece vuoi adeguare il nuovo girato a materiale di archivio girato in 720p
- Infine se si vogliono realizzare slow motion
Opzioni di registrazione differenti
Per le due prime ipotesi, non vale la pena che spenda molte parole. Nel primo caso, visto il costo irrisorio delle schede di memoria, l’unica risposta è: dotatevi di un discreto margine di registrazione. Se avete bisogno di 32 o 64 giga extra di memoria, andate in un negozio e spendete quel che dovete spendere. Le schede di memoria sono il vostro pane, e voi non volete certo morire di fame, dico bene?
Certo: esistono schede di memoria decisamente costose. Ad esempio, le nuove compact flash 1000x (talvolta dette CFast) non sono certo economiche. Ma sono pensate per esigenze particolari (il raw video: ne parleremo in uno dei prossimi post) e rappresentano una forma di investimento.
Per tutti gli altri utenti, una buona scheda di memoria (compact flash 666x, secure digital class 10 video ecc.) è più che adeguata per le esigenze dell’utente medio.
Altre opzioni di registrazione
Torniamo a noi. Per la seconda opzione – il desiderio di adeguare le nuove inquadrature a materiale di archivio – è molto più pratico lavorare in full HD e poi eseguire una conversione. In questo modo ci assicureremo la massima qualità disponibile. E’ sempre più facile (e funzionale) restringere un filmato esteso piuttosto che aumentare la dimensione di uno piccolo.
Nel primo caso la qualità è assicurata; nel secondo assolutamente no. Quindi non fatevi prendere la mano, e scoprite le meraviglie della conversione batch (ne parlavo diffusamente in un post sulla conversione di footage per HD-DSLR). Impostate il lavoro, andate a letto, e la mattina trovate tutti i filmati ben impacchettati, pronti per l’editing. Bello, no?
Ultimo caso: la volontà di creare slow motion. L’effetto slow motion è un procedimento che consiste nel girare un’inquadratura ad un numero di fotogrammi superiore allo standard in modo che, riportando i fotogrammi alla normale frequenza, sia possibile ottenere un effetto di rallentamento.
Slow motion e simili (oltre il 720p)
Questa tecnica è molto utile per lavorare su soggetti particolarmente veloci, oppure nel caso di operazioni che possono essere colte al meglio solo se rallentate. Pensiamo ad un gesto sportivo. Oppure al lavoro di una macchina.
In entrambi i casi, l’operazione è troppo veloce per essere colta nella sua complessità. Quindi occorre rallentarla: senza questo cambio di velocità perderemmo le varie fasi del lavoro e non riusciremmo a cogliere la bellezza del movimento.
Lo slow motion è un procedimento che si usa abbastanza raramente, ma è possibile usarlo ed è molto utile in alcuni casi. Si tratta di un processo interamente realizzato in post-produzione: prima si registrano contributi a 60fps (o più, se la camera lo permette) e poi – in post-produzione – li si rallenta. Se le normali HD-DSLR riescono a raggiungere i 60 fps in modalità 720p NTSC, esistono macchine da presa (molto costose, va detto) che riescono a coprire molte centinaia di frame al secondo, a volte migliaia. Di recente poi, anche le più moderne HD-DSLR o le cosiddette cinema camera (macchina da presa a largo sensore) hanno raggiunto lo standard della ripresa 1080p a 60/96 fps.
Falsi rallenty
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la quantità di fotogrammi registrati non è sufficiente a creare un vero e proprio rallentamento, per cui sono stati inventati software specifici che permettono di accentuare maggiormente l’effetto slow attraverso algoritmi di interpolazione. Tra questi, uno dei più popolari è Twixtor, un plugin per After Effects. Spesso è però possibile usare anche la modalità di frame blending di Apple Motion.
Una cosa importante: se giro in slow motion devo ricordare bene l’uso e l’importanza dell’audio, perché un video rallentato corrisponde ad un audio rallentato. Quindi se scelgo di lavorare a 50/60 fps devo ricordare che all’interno NON devono esserci parti parlate o audio di rilievo. Altrimenti l’audio, come il video, verrà rallentato e si otterrà la tipica voce cavernosa dei pitch shift.
Dunque: se il 480p è a tutti gli effetti un orpello, la modalità 720p è di fatto poco utile. Viene utilizzata solo se si hanno problemi di spazio su memoria (cosa da evitare) o se vogliamo eseguire slow motion. Stop. In ogni altro caso, la creazione di footage in full HD è da preferire, anche al costo di dover fare un re-scaling verso il basso nella fase di montaggio per diminuire il numero di pixel del girato.
1080p: lo splendore del FullHD (molto meglio del 720p)
La modalità 1080p, infine. A differenza della 720p, rimane la regina dei formati video. Conta oltre 2 milioni di pixel, quindi siamo intorno ad un’immagine da 2 megapixel. E’ già stata ampiamente superata, ma la farà ancora da padrone per parecchio tempo. Nerlle HD-DSLR di media e alta fascia è ancora il formato più utilizzato.
Per cui, girate sempre e come minimo in 1080p: di certo è la qualità che vi permetterà di lavorare meglio, come minore fatica, ad un grado di dettaglio maggiore. Anche se poi deciderete – come fanno molti colleghi – di costruire timeline in 720p. Fidatevi: ad oggi, per il mercato consumer non esiste nulla di meglio. Ma di questo argomento parleremo meglio la prossima volta, per l’ultima puntata di questa trilogia.
Il 4K è dietro l’angolo, ma finchè non diventerà uno standard obbligatorio, lavorare con un buon 1080p è senza dubbio il lasciapassare migliore per dei prodotti di qualità.
E voi che ne pensate? Lasciatemi i vostri commenti. A presto e grazie a tutti: ci sentiamo a breve.
Ogni marchio ed ogni immagine vanno intesi a scopo di esempio didattico e appartengono ai legittimi proprietari.
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Oltre ai dovuti complimenti a Thomas Graziani e a questo suo bellissimo sito vorrei porre l’attenzione con estrema umiltà a dei piccoli inghippi commerciali. Vengo subito al dunque… la dicitura Full HD commercialmente indica obbligatoriamente il valore 1080p che sono i pixel verticali. Qualsiasi attrezzatura con questo valore è venduto come Full HD ma non è abbastanza. Purtroppo esiste un Full HD in alcune telecamere o smartphone che hanno questi valori 1440×1080 full HD e non 1920×1080 che è il “vero”full HD entrambi sono definiti Ful HD e sulle scatole delle confezioni spesso viene evidenziato solamente il 1080p Full HD. L’aspect Ratio del 1440×1080 è un 4:3 che con uno stratagemma tecnico (per non farla lunga) i pixel orizzontali vengono “allungati” (rettangolari) per ottenere l’aspect ratio di 16:9
Praticamente il formato 1440×1080 è anamorfico.. come un DVD
Anche nei televisori in commercio si può perdere la testa… per le tv di ultima generazione la sigla Ultra HD è indice della risoluzione 3840×2160 ma è errato chiamarlo 4K che è un termine cinematografico la cui risoluzione è maggiore 4096×2016 (cioè come potete intuire aumentano i pixel orizzontali) Tutte le maggiori marche di televisori si sono accordate per la sigla Ultra HD con la risoluzione 3840×2016 tranne la Sony che vende i suoi prodotti con la sigla 4k ma mantenendo la risoluzione 3840×2016. per concludere il Full hd 1920×1080 sta al 2k 2048×1080 come l’Ultra HD 3840×2160 sta al 4k 4096×2160.
Ciao Riccardo,
davvero grazie per il commento. Tutto vero: nel semplice Full-HD, per lungo tempo, è stato normale vendere formati minori come fossero puro HD. La cosa era spesso dettata da necessità tecniche o di budget. Pensiamo al nonostante tutto innovativo formato HDV: fino a pochi anni fa non esisteva la possibilità di generare/registrare flussi full-HD a basso budget. Da qui l’utilizzo dei pixel diversi dal quadrato per risparmiare sul numero totale di pixel.
Forse può essere considerata simile la questione parlando di 4K: registrare in camera, spesso su semplici schede SD, chiede alcune restrizioni o scelte. La molto buona Panasonic GH4, ad esempio, creare diversi formati 4K.
Grazie ancora: aspettiamo altri tuoi commenti!
COMPLIMENTI!! Finalmente ho capito qualcosa! 😉
Resta però un problema, come archiviare?
Premetto che sono un dilettante e uso la camera per riprendere le partite della squadra di volley che alleno. Caratteristiche di ripresa: a tutto capo aperto, con palla veloce in ambiente interno illuminato con lampade a ioduri (quando va bene). Forse il peggio del peggio. eseguo filmati in modalità sport, con risoluzione 1080p/50i con file enormi di 7/10 Gb (le partite possono durare da 1 a 2 ore e mezza. Potrei registrarle a 720/50p ma non ci starei comunque su un DVD da 4.7. Se abbasso ancora (576/50p) rischio di non capire più dove sia la palla!!! Ovviamente tutte le posizioni sono con qualità SUPER FINE. Hai dei suggerimenti? Grazie
Ciao Filippo,
grazie del commento. La ripresa sportiva è una bella rogna, perlomento se vuoi fare le cose con serietà. Secondo me questo tipo di lavoro non può prescindere due fattori:
– moltiplicazione dei punti macchina
– alti frame rate
Per lavorare bene occorre poter disporre di viste differenziate, per distinguere tra master-shot (classiche riprese a campo pieno ecc.) e dettagli. Questi ultimi devono essere ripresi anche ad alti frame rate per migliorare il rallenty ecc.
Non serve invece, io credo, registrare in questa modalità le immagini generiche che passano comunque a velocità ordinaria.
Questo lavoro, come capirai, presuppone una post-produzione.
Io farei così, per il resto non posso consigliarti molto perchè secondo me fai pastrocchi.
Un saluto, fammi sapere come risolvi la cosa!
Salve, quale dispositivo devo avere quindi per registrare video HD 1080p con modalità audio stereo?
Sono Silvana. Grazie in anticipo.
Buongiorno Silvana, la tua domanda è un filo oscura.
Se la sola esigenza che hai è quella di registrare un file video 1080p, basta una qualunque macchina fotografica, reflex o anche spesso una compatta.
Per l’audio stereo, su alcuni modelli basta usare un microfono aggiuntivo, come quello che ti indico qui sotto.
Su altri la macchina registra direttamente l’audio stereo. Tuttavia non ti consiglio questa opzione, a meno che non ti serva solo un audio ambientale.
Dimmi meglio, grazie!
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Gent.mo Thomas
innanzitutto grazie per avermi risposto così velocemente.
Devo realizzare un Video HD (1080 p) in formato 16:9 e modalità audio Stereo .
Mi serve per proporre un corso online .
Grazie mille ancora.
Silvana
Ciao Silvana,
allora credo che ti basi una qualunque camera, anche una GoPro (originale o replica) nel caso. Su Amazon ne trovi di prezzi differenti, da 50 a 400/500 euro.
Ricorda solo che la nitidezza dell’immagine, la qualità del filmato, il risultato finale, dipendono da fattori più complessi come le ottiche utilizzate, la caratteristiche della camera, il rumore, la compressione ecc.
Insomma: se ti accontenti va benissimo tutto. Se cerchi di fare un buon lavoro, affidati ad un professionista.
In bocca al lupo!
ps: se poi il corso devi venderlo oppure pubblicarlo su qualche canale promozionale, in consiglio è comunque quello di farti aiutare.