1080p e 4K, frame rate frazionari, impostazioni Youtube
Le indispensabili caratteristiche video: partiamo da 1080p e 4k
1080p e 4k: chi ci capisce qualcosa alzi la mano! Ultima partre di questo tutorial che si occupa delle caratteristiche fondamentali di un filmato. Caratteristiche tecniche minime, che un neofita deve conoscere per non trovarsi spiazzato di fronte al menu della propria HD-DSLR, ad altri professionisti, ai clienti.
Per molti, queste cose potranno apparire banali e già dette: vi assicuro che per molti lettori – professionisti compresi – non è affatto così. Scopriamo quindi insieme cosa si intende per 1080p e 4k.
Per cui, buona lettura: se vi annoiate, nel blog troverete molti altri articoli più specifici e dettagliati. Se invece volete qualche precisazione, non dovete fare altro che scrivere.
Appena possibile – nella pausa tra uno shooting e l’altro – vi risponderò. A presto e buona fortuna!
Le caratteristiche video: 1080p e 4k
In questa terza parte, toccheremo i formati più grandi, gli standard professionali. Poi ci occuperemo di frame rate, nello specifico di tutti quei valodi di fps che non rientrano nelle misure convenzionali.
Partiamo dal full HD, il 1080p, un traguardo tutto sommato recente per le macchine da presa digitali.
Modalità 1080p
Riprendiamo quello che abbiamo scritto nello scorso articolo a proposito di 1080p e 4k. La più comune risoluzione possibile per le reflex HD-DSLR è il full HD, vale a dire 1080p, che corrisponde a 1920×1080 pixel, 25 o 30 fps. Qui siamo intorno a 2 megapixel, quindi una quantità di spazio modesta se rapportata agli enormi frame fotografici, ma comunque adeguata se pensiamo ad un altro parametro fondamentale: la risoluzione.
Una buona immagine stampata, infatti, deve avere almeno 300 dpi di risoluzione. Mentre invece per una buona immagine video ne servono solo 72 o 96. Questo significa che un quadro full HD riuscirà a coprire agilmente un grande monitor, senza troppe sbavature e troppi artefatti.
Il 1080p è il formato sovrano, lo standard per i lavori professionali. Oggi pressoché tutte le macchine da presa lavorano con questo formato. NON è il formato più grande possibile. Abbiamo già detto che esistono macchine da presa che lavorano a 1080p e 4k o anche 5k-6k.
Tuttavia è il formato più diffuso e di certo è quello che ci accompagnerà ancora per qualche anno. Inoltre il check del 1080p è anche un buon metodo per capire se una macchina da presa appartiene alla fascia PRO oppure a quella PROSUMER. Senza full HD una macchina da presa nuova non può essere considerata come professionale.
Per quanto riguarda le impostazioni del full HD, cercate nel menu della reflex HD-DSLR l’opzione a 25 fps (se lavorate in PAL). Se ne avete più di una a disposizione – come nella recente 5DmkIII – scegliete la modalità I-frame. E comunque quella che assicura un bitrate (quantità di dati registrati) maggiore ed una compressione più bassa. Avrete di certo meno problemi, meno artefatti, più informazioni nel file video.
Peso dei file 1080p
Il peso del formato full HD è piuttosto alto e di certo varia in baso al codec di compressione utilizzato. Di regola però, si consumano schede di memoria molto velocemente. Per una giornata di lavoro, la mia opinione è che servano almeno 64 giga di memoria libera.
E intendo una quantità di memoria pensata per l’utilizzo cinematografico o comunque per la cattura di inquadrature diverse.
Se invece dovete riprendere lunghi eventi o convegni, allora la richiesta sale esponenzialmente. Nella cernita tra 1080p e 4k scegliete il primo. Guardate nelle specifiche tecniche della vostra macchina da presa per sapere quanto pesa un minuto di file video sulla vostra reflex HD-DSLR.
Su questo dato, fate le dovute conversione e calcolate quanto spazio avete bisogno per una giornata di lavoro.
In ogni caso, prendete in considerazione l’idea di portare su set il vostro computer portatile e fare dumping di tanto in tanto (backup e copia dei files). In questo modo libererete spazio sulle card e avrete sottomano delle provvidenziali copie dei files.
Per ogni informazione in merito al backup dei files e alla corretta procedura per conservarli, vi consiglio di leggere i post che ho dedicato all’argomento.
Modalità 1080p e 4k
Chiunque si interessi di produzione video avrà di certo sentito parlare del famigerato 4k. Successore naturale del 1080p, questa modalità di ripresa video permette di catturare frame enormi.
Solitamente il 4k (chiamato talvolta superHD) conta fotogrammi di 3840×2160 pixel oppure di 4096×2304 pixel.
Se dovessimo fare un paragone, tra 1080p e 4k passa un rapporto di 1 a 4. E’ facile capire come in quest’ultima modalità i file siano davvero grandi e lo spazio richiesto su card sia gigantesco.
Non per nulla, molti brand che si occupano della produzione di macchine da presa hanno scelto di appoggiarsi a schede di registrazione proprietarie (RedCam) oppure hard disk a stato solido (Black Magic Design) oppure ancora alle moderne card CFast, l’avanguardia in questo settore.
I frame del 4k hanno una scansione completamente progressiva, e anche questo dato aiuta a capire come le immagini prodotte da queste macchine da presa possiedano un grado di qualità e dettaglio davvero mai visto.
Oggi siamo nel pieno della rivoluzione 4k, ed entro breve emergeranno nuovi apparecchi (anche compatti) capaci di registrare immagini incredibili.
Restiamo dunque in attesa di capire quale tra i molti formati 4k si imporrà sul mercato e quali saranno le migliori specifiche da adottare in questo senso. Ne parleremo in uno dei prossimi articoli, statene certi.
I 24 fps ed i frame rate frazionari
Ci sono altri sistemi di aggiornamento dello schermo oltre i 25 fps (PAL) e 30 fps (NTSC). 24 fps è il classico frame rate cinematografico, quello della pellicola, per intenderci. Molti autori decidono di lavorare a 24 fps, ma la mia opinione è che si tratti per lo più di un vezzo.
Infatti la differenza tra i 25 fotogrammi dello standard PAL ed il 24 della versione cinematografica è talmente minima da azzerare qualsiasi differenza.
Diverso invece è quando decido di passare a 24 fps partendo dallo standard NTSC (30 fps). In questo caso lo scarto è maggiore ed è effettivamente visibile una differenza tra le due modalità.
I 23,976 fps
Una nota a parte meritano invece i frame rate frazionari. Per ragioni tecniche, nel sistema NTSC i frame rate indicati come 24 fps e 30 fps sono stati cambiati.
Per quanto riguarda il formato cinematografico, questo non viene arrotondato a 24 fps precisi, ma gira a 23.98 (più precisamente a 23,976 fps).
Questo numero strano è una specie di adattamento dettato dalle caratteristiche del segnale analogico. Nella stessa maniera, il sistema distributivo broadcast NTSC, normalmente indicato come 30 fps, in realtà funziona ad una frequenza di 29,97 fps.
E’ come se la normale velocità venisse divisa per un coefficiente del 100,1%.
Quello che a noi importa – o perlomeno importa a chi lavora in formato NTSC – è la scelta tecnica. Nel caso si girassero filmati per il bradcast statunitense o canadese, è assolutamente da preferire il 29,97 ai 30 fps reali, se non altro perché l’utilizzo dei 30 fps reali comporterà la necessità di fare delle noiose conversioni in post-produzione.
Nello stesso modo, quando parlo di 60 fps in NTSC, in realtà lavorerò a 59,94 fps. Tenetene conto quando dovrete impostare queste modalità di registrazione.
Per nostra fortuna, invece, il sistema PAL lavora a 25 fps per la distribuzione broadcast e non vi sono adattamenti frazionari. Molto più semplice e lineare.
Filmati su YouTube e Vimeo (web video) e relativo peso dei file
Nella distribuzione web, una variabile importante è il peso dei files: virtualmente noi potremmo girare immagini con basse compressioni ed alti frame rate, per assicurarci il migliore file possibile.
Tuttavia il peso di ogni minuto di filmato dipende da variabili specifiche: dimensione del frame, numero di fotogrammi, compressione.
Il mio consiglio è sempre lo stesso: assicuratevi di registrare il file nella massima qualità, e poi create – in esportazione – il file perfetto per la destinazione.
Anche nel caso in cui i vostri clienti chiedessero un filmato da distribuire solo su web, registrate ed editate sempre alla qualità più alta.
Non sottovalutate mai l’attitudine dei vostri clienti a crearvi problemi. Capiterà di certo che qualcuno vi chiami, dopo tre anni, perché vuole una conversione in alta definizione del filmato pubblicato tempo prima su YouTube o Vimeo.
Su web, comunque, si può pubblicare di tutto: i più diversi frame rate, grandezze differenti, diversi fps. YouTube e Vimeo sono contenitori generosi e accolgono anche formati desueti, applicando ri-compressioni e conversioni dopo l’upload.
Un file ottimizzato per il web, però, riduce i tempi di upload e visualizzazione. Inoltre vi assicura che il filmato verrà visto esattamente come l’avete pensato, senza arbitrarie conversioni e strani adeguamenti.
Come adeguare vecchio materiale girato a nuovi filmati 1080p e 4k?
Una domanda interessante riguarda la possibilità di lavorare con materiali di diversa sorgente. Quindi filmati di archivio insieme a materiali nuovi, video in standard definition insieme a materiali HD ecc.
Di solito la scelta è quella di girare con il formato più alto e solo successivamente mischiare files diversi e diversi frame rate.
Se però ho materiale in frame rate frazionari (23,98 ad esempio) e devo per forza mantenere lo standard, il consiglio è quello di usare anche altri frame rate ma sempre frazionari (ad esempio 29,97).
Se usate più di una macchina da presa contemporaneamente, è importante che in fase di registrazione tutte le camere siano controllate e accoppiate, abbiano lo stesso frame rate e lo steso formato.
Fate un controllo in più: ritrovarsi in fase di montaggio con filmati di diversi formato – vi assicuro – può essere un dramma. Soprattutto quando occrre fare il sync.
Le regole sono quindi di evitare quando possibile di lavorare a frame rate misti, di cambiare frame rate solo per avere effetti particolari e sempre per tipi di ripresa particolari (tutte le interviste, tutti gli slow motion, tutte le azioni veloci ecc.).
Se non è possibile fare altrimenti, occorrerà poi in post-produzione unificare i frame rate e le differenze di standard.
Riassumendo: 1080p e 4k
Quando girate contenuti broadcast, adeguatevi ad uno standard (PAL o NTSC) per evitare problemi e incongruenze. Nel caso di riprese per il web le distinzioni cadono: virtualmente posso esportare (quasi) in qualsiasi formato o frame rate e pubblicare tutto quanto su YouTube o Vimeo.
Nella maggior parte dei casi, però, si usano i più diffusi standard: 25 fps (PAL) oppure 29,97 (NTSC). Talvolta si usa il 24 fps. Il 50 fps oppure il 59,94 fps si usano solo per realizzare slow motion ed effetti particolari come cambi di velocità.
A questo proposito, occorre ricordare che per avere un efficace un motion blur sugli slow motion, vale a dire una precisa definizione di ogni fotogramma, bisogna modificare anche lo shutter. Ma questo è un altro capitolo, di cui parleremo un’altra volta.
Grazie a tutti, e in bocca al lupo.
Ogni marchio ed ogni immagine vanno intesi a scopo di esempio didattico e appartengono ai legittimi proprietari.
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Iniziamo con i doverosi complimenti a Thomas per la “solita” chiarezza dei suoi post, che rende di facile comprensione anche argomenti non propriamente abbordabili per tutti. Detto questo oltre a condividere tutto quello che è stato finora detto aggiungo per chi ha intenzione di girare video musicali un problema non indifferente se per “vezzo” si vuole girare a 24 fps.
Sulle telecamere professionali (non saprei se su tutte le marche e modelli) l’uso del framerate 24p esclude automaticamente la registrazione dell’audio, e quindi la sincronizzazione anche con un audio ripreso esterno diventa difficile se non impossibile, cosa che non avviene invece sulle dsrl che permette questa funzione. Ma cosa succede all’audio? Dipende, se importate un file video a 24p su un progetto del vostro editing video a 25p il vostro file originale verrà “innalzato” di mezzo tono ( se registrate una canzone in do maggiore ve la trovate in do# maggiore) Se importate in un progetto a 24p un file video originale a 25p verrà diminuito di mezzo tono (se registrate una canzone in do maggiore ve la trovate in si maggiore)
Questo ovviamente non comporta “solo” un cambio di tonalità (e basterebbe questo) ma il fatto di innalzare o abbassare di mezzo tono indica una modifica della velocità del brano.
Dimenticavo una cosa dandola per scontata, chi produce video musicali riprende l’audio con sistemi indipendenti di alta qualità, cioè registra con apparecchiature professionali per ottenere un audio da casa discografica anche nei concerti live. L’audio registrato delle telecamere serve solo per la sincronizzazione dell’audio “buono” sulle immagini.
quindi registrare a 24fps un video musicale è una scelta senza senso almeno per chi come me fa questo tipo di produzioni video.
Rileggendo il mio intervento vorrei specificare una cosa che forse non è molto chiara… il problema di sincronia nasce se avete più camere diverse con diversi framerate e, se come me, utilizzate delle camcorder che escludono l’audio in registrazione a 24fps. Certo che se avete tutte le camere tarate a 24fps e volete registrare il video musicale potete sincronizzare l’audio registrato con attrezzature esterne senza problemi, l’importante non cambiare framerate nel vostro software di editing mantenendolo sempre a 24fps.
Io registro a 25fps perché così ho un audio registrato dalla telecamera e mi è più facile sincronizzare l’audio in post produzione. Senza audio nel file video della camera dovrei fare un lavoro assurdo per sincronizzare l’immagine ad esempio di una mano al pianoforte, che suona velocemente alcuni tasti. Spero di essermi spiegato meglio, oggi più di così non mi riesce proprio 🙂
Grazie Riccardo,
sempre puntuale e preciso come abbiamo già detto. Esistono registratori che hanno – bontà loro – anche il frame rate oltre che il semplice conteggio per secondi, e in questo caso è possibile lavorare al frame rate che si vuole (purchè l’intero workflow sia coerente, ovvio). Comunque, anche io sono più o meno della stessa opinione. 24p è una modalità fighetta che non è giustificata da nessun dato reale, almeno per chi lavora in Pal.
Un abbraccio, caro Riccardo: aspetto sempre i tuoi commenti.
Grazie Thomas, certo, noi ad esempio utilizziamo Logic Pro ed ha il framerate… volendo lo puoi impostare a 24fps, ma sinceramente non l’ho mai utilizzato.
😉
Salve
Io invece mi trovo a combattere con un fps di 30,97..
Anche convertendo il files con codec a 30 fps il filmato risulta piu’ veloce dell’audio registrato separatamente..
Ciao Bassab,
grazie per il commento: 30,97 è un framerate che non ho mai sperimentato… 29,97 intendi forse?
Per risolvere il problema, non facile va premesso, credo che la soluzione otimale sia quella di sincronizzare le varie take audio man mano che vedi lo slittamento del sync. In alternativa puoi lievissimamente compattare l’audiuo in modo da accorciarlo della misura desiderata. Ma sono palliativi: il vero trucco è registrare con un sistema che supporti il giusto framerate…
In bocca al lupo!
Thomas
Ti è servito il commento? Ringraziami con un like. Per me conta molto: grazie.
Grazie per la risposta
Il formato e’ proprio 30,97
La videocamera e’ una tom tom bandit
Quale formato mi conviene usare per sincronizzarlo facilmente con l’audio registrato dal mio pro tools 10?
Il formato 1080 60 fps risulta essere senza decimali..
Ciao Bassab,
come ti dicevo non mi è mai capitato questo framerate. Quindi ti rispondo per intuizione, ma non prenderla come verità colata. Secondo me senza un registratore che abbia lo stesso framerate (cosa ardua, immagino) non caverai un ragno dal buco. Puoi leggermente accelerare la clip (portandola a 29,97 NTSC) e usare quello standard. In caso contrario non saprei come fare.
ps: mai provata questa telecamera TomTom: come va?