I monitor per HD-DSLR video: la hood loupe
Gli schermi per reflex video: impariamo a conoscere la hood loupe
Riprendiamo il discorso interrotto a proposito di monitoring e controllo delle immagini sulle reflex HD-DSLR. Oggi ci occupiamo di hood loupe.
Il primo strumento di cui ci occuperemo è la cosiddetta hood loupe, uno strumento molto interessante, spesso economico e decisamente utile da avere in borsa. Partiamo?
La hood loupe
Quando occorre guardare le immagini girate, lo dicevamo nella scorsa lezione, è possibile usare uno strumento esterno oppure “accontentarsi” del monitor presente sul retro della camera.
Il primo difetto di questo monitor – spesso molto pregevole in termini di qualità – è la dimensione lillipuziana.
Per risolvere il problema dello schermo piccolo è stato inventato un attrezzo chiamato hood loupe (anche genericamente definito viewfinder).
La hood loupe – che prende il nome dall’omonimo accessorio per le macchine da presa – consiste in un oculare in plastica unito ad un sistema di magnificazione.
Qui utilizzeremo il termine per differenziarlo dal viewfinder propriamente detto, vale a dire il monitor posteriore della HD-DSLR.
Attaccare la hood loupe
La hood loupe si attacca alla parte posteriore della fotocamera tramite vari attrezzi (piastre metalliche, adesivi, magneti) e copre completamente il monitor.
Ha due benefici: prima di tutto quello di ingrandire l’immagine, in modo da rendere maggiormente visibile il monitor posteriore.
Inoltre permette di mantenere schermato il monitor in contesti di luce diurna. Così da permettere una visione sempre nitida e precisa.
Uno dei più chiari meriti delle hood loupe, è quello di generare un sistema di monitoring efficace e poco costoso. Sistema che si integra facilmente con spallacci e monopiedi.
In sintesi, la parte in cui l’occhio appoggia genera un punto di contatto addizionale che – se sommato alle mani e al fusto del monopiede – stabilizza parecchio l’immagine creando una combinazione fortunata tra controllo e facilità di movimento.
La hood loupe non è di certo uno strumento perfetto, ma è utile quando si tratta di verificare velocemente un’immagine.
Ovviamente – agganciandosi alla parte posteriore della macchina – non risolve il problema della scomodità, ed è praticamente inutilizzabile se la macchina da presa non è ad un’altezza facilmente raggiungibile oppure è troppo in basso.
Per cosa usare la hood loupe
L’utilizzo della H.L. è quindi limitato alle riprese frontali realizzate ad un’altezza grossomodo standard. Ogni altra ripresa è difficile da realizzarsi se non impossibile.
Inoltre, quando si usano le H.L. ci sono tre problemi da tenere ben presenti. Prima di tutto il rischio per le diottrie.
Mettere un monitor LCD così vicino all’occhio, espone la vista ad uno stress non indifferente. E sono ormai molti i professionisti che denunciano un calo della vista dopo periodi prolungati di utilizzo.
Io non possiedo studi scientifici che possano avallare questa teoria, tuttavia consiglio di essere prudenti ed evitare di usare le hood loupe per periodi troppo lunghi.
Secondo problema: essendo la H.L. composto da una lente, è possibile che il monitor posizionato sul retro della camera subisca gli effetti di una indesiderata concentrazione della luce.
Pensate alle lenti che usavate da bambini per accendere i fuochi da campeggio: concentrando i raggi solari in punti determinati si amplificava il potere della luce fino ad arrivare alla combustione.
Nel nostro caso, una hood loupe cattura la luce che proviene dall’esterno e la concentra verso il monitor.
Danni importanti e prevenzione
Questo sistema malefico – lo capirete al volo – può generare danni anche importanti al monitor posteriore della HD-DSLR qualora, ad esempio, si lasciasse una macchina al sole senza un’adeguata protezione.
Per questo motivo molti venditori di hood loupe forniscono un cappuccio di copertura della lente ed hanno inserito un disclaimer sui loro prodotti in modo da evitare ripercussioni legali da parte dei clienti.
Insomma: lasciare senza copertura la lente della hood loupe, significa esporre il monitor a fasci concentrati di luce. Che potrebbero bruciare i pixel oppure disattivarne del tutto la rispondenza.
Terzo problema: le hood loupe non fanno altro che amplificare e magnificare il monitor posteriore della camera. Quindi non contribuiscono a migliorare il lavoro del cameraman se non per brevi tratti.
Ad esempio, non forniscono alcuna funzione add-on che potrebbe rivelarsi utilissima per la riuscita della ripresa. Non hanno peaking, non hanno zebre, non hanno indicatori audio ecc. Insomma: sono espedienti meccanici ed ingegneristici creati per vedere un poco meglio ma nulla più.
Brand e marchi di hood loupe
I marchi di certo più noti per questo genere di apparecchi sono Zacuto, Hoodman, Cavision ma ce ne sono molti altri.
Questi modelli hanno caratteristiche anche molti diverse: cambia la qualità costruttiva, il coefficiente di magnificazione della lente, il sistema di aggancio alla camera.
Alcuni sistemi top di gamma hanno addirittura un sistema di adattamento diottrico. Che permette di regolare la perfetta visione della lente anche in caso di persone che portano occhiali oppure hanno una vista imperfetta.
Di regola le hood loupe hanno un costo piuttosto limitato (tra le cento e le trecento euro). Ma si può salire parecchio di prezzo quando si acquistano apparecchi made in Usa e dotati di qualità costruttiva d’eccellenza.
Parzialmente diverso è la questione riguardante i più recenti modelli Canon: 60D, Canon 70D, Canon 550D, Canon 600D, Canon 650D, Canon 700D ecc. Questi modelli sono dotati di un monitor orientabile che permette di gestire l’immagine molto più facilmente.
In questi casi, dove comunque l’utilizzo della hood loupe è consigliato. E’ molto facile monitorare le immagini anche scegliendo semplici sistemi di oscuramento. Come i celebri ed economici hoods di Hoodman.
Ogni marchio ed ogni immagine vanno intesi a scopo di esempio didattico e appartengono ai legittimi proprietari.
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Nessuna richiesta specifica mi spinge a scriverti questo mp…provo solo il piacere di complimentarmi con te per quello che fai…e per come lo fai. Grazie.
StefanoC
Grazie davvero, Stefano. Sapere che questo sito ti è stato utile mi riempie di gioia. Continua a seguirci: che fai di lavoro? Sei un filmmaker anche tu?
Nulla di tutto ciò.Sono uno studente uni. che ha da pochi giorni deciso di cambiare facoltà per dedicarsi a quello che per anni ha sognato di fare…quando acquisterò il mio primo strumento “da lavoro” potrò etichettarmi come “aspirante filmmaker”. Scrivo romanzi e sceneggiature da quando avevo 14 anni e ora…sento di scoppiare se non libero la testa dalle milioni di idee che la pervadono.
Ho fatto questa svolta che condizionerà non poco la mia vita ,e questo anche grazie a persone come lei, la cui professionalità e passione sono letteralmente palpabili fin dalle prime righe…Credo lei non si renda conto del “mondo” che ha creato in queste pagine… la seguirò constantemente stia tranquillo…
StefanoC
Grazie Stefano: commosso ringrazio. Ma in fondo è il mio lavoro: sarebbe strano se fosse la passione, l’accessorio. Ti auguro un avvenire luminoso: la vita premia sempre chi ha coraggio e determinazione. Fatti vivo quando hai per le mani un nuovo romanzo o il tuo primo film!
Ciao Thomas, non so se sto per scrivere un’ingenuità pazzesca, ma avendo una Canon EOS 5D3 se non erro è possibile acquistare il MIRINO ANGOLARE C che ingrandisce 2,5x.
Mi sembra – sulla carta – un’alternativa economica rispetto agli EVF (l’originale Canon costa 250€ ma il Seagull costa solo 80€) e non dovrebbe danneggiare gli occhi perché si monta direttamente sul mirino della macchina, non sul monitor. Che ne pensi? E’ l’uovo di Colombo oppure sono io che mi son perso?
Secondo me risolve solo in parte il problema perchè la visione diventa difficile per ogni posizione di macchina diversa dall’altezza stanzard. La cosa non mi convince troppo: se fai un test mandaci i risultati che li pubblichiamo! A presto e grazie!
concordo su tutto
lo sto provando a mie spese. realizzare video con la fotocamera è una scoperta continua.
Hai ragione, Angelo:
la curva di apprendimento non è proibitiva, ma se non correttamente indirizzata porta di fatto ad una fila di errori (tra l’altro facilmente evitabili) che dannano la vita e riducono di molto la produttività!
In che settore lavori? Che produzioni fai?
dal progetto al prodotto finito con l’aiuto di un collaboratore. abituato alla betacam,alle digitali, al fuoco perenne con piccole zoomate mi trovo in difficoltà a realizzare un lavoro in tempi stretti. non voglio comprare più telecamere, anzi , mi piace la gh4 con il 14-140. cosa ne dici??? vorrei comprare il sennheiser P122 g3 per interviste veloci?? insomma con le DSLR voglio fare tutto.
saluti
Ciao Angelo,
quanta roba, quante domande: occorre fare chiarezza innanzitutto. I collaboratori sono un probliema per (quasi) tutti, ma non sono il fattore che decide la produzione. La domanda vera è: quanto siete competenti di digitale? E di camere a ottiche mobili? Fare tutto sta bene, ma attento a non voler (stra)fare. 😉
La GH4 è ottima per certe produzioni, ma hai bisogno un set ottiche completo, mi sa che la generica lente che proponi non basta. prova a spezzare le lunghezze focali.
I set Sennheiser sono ottimi, anche se la capsula fa la differenza. Io ne ho un paio almeno.
A presto e fammi sapere come va a finire!