La lunghezza focale e il rapporto con la profondità di campo – Teoria e tecnica della fotografia moderna

La lunghezza focale e il rapporto con la profondità di campo

Teoria e tecnica della fotografia moderna: gestire la lunghezza focale

Andiamo avanti con il nostro studio sulla profondità di campo. “Studio” è una parola che non piace molto: ricorda la scuola, aule polverose, banchi cui stare chini a ripetere nozioni a memoria.

Ma studio è anche la parola di chi ha passione, di chi vuole essere professionale, di chi approfondisce. Noi vogliamo avere questa disposizione di animo e di cuore, anche verso argomenti – come questo – che potrebbero essere derubricati a semplice insieme di nozioni per tecnici del settore. Perché guardare con occhio incantato il proprio lavoro è il solo modo per fare davvero la differenza tra eccellenza e mediocrità.

Elemento n° 2 – La lunghezza focale della lente

La lunghezza focale è il secondo fattore che influenza la profondità di campo: il più importante dopo l’apertura del diaframma.

Si intende con questa misura (espressa quasi sempre in millimetri) la distanza tra il centro della lente (o del gruppo di lenti) e il punto di raccolta della luce (pellicola, sensore delle reflex digitali ecc.) quando la lente è regolata su infinito.

Le varie lenti possono essere divise – in base alla lunghezza focale – in tre categorie:

  • I grandangoli (ogni lente sotto i 35mm)
  • Le lenti cosiddette normali (da 35mm a 65 mm)
  • I teleobiettivi (ogni lente sopra i 65mm)

Per praticità, ci riferiremo soltanto a quelle lenti che hanno una lunghezza focale fissa, ovvero le cosiddette lenti “primes”. Vi sono poi le ottiche zoom, ovvero che possono modificare la loro lunghezza focale in base alla necessità di ripresa. Ma di queste, al momento, non ci occuperemo.

I veri 35 mm?

Una curiosità terminologica: lo sapete che i cosiddetti 35mm non indicano solo la lunghezza focale della lente ma pure il riferimento al tipo di supporto che con quella lente deve essere usato?

La lunghezza focale nelle lenti per HD-DSLR - Tecnica della fotografia moderna - 3 di 4Ovvero: una lente da 35mm (detta anche full frame) è semplicemente una lente progettata per funzionare con camere che hanno alla base una pellicola da 35 mm oppure un sensore di quelle misure.

A misure di sensore / pellicola diverse vanno infatti associati i vari crop factor (di cui parleremo più avanti).

Quindi per indicare una lente cinematografica da 85 mm, volendo esser corretti, bisognerebbe definirla come “una lente per camere 35mm con una lunghezza focale di 85 mm”. Interessante, vero? Ma torniamo alle nostre focali.

La terminologia

Una lente wide è caratterizzata dalla possibilità di riprendere una grande parte di quello che ha davanti. Si dice quindi che possiede una larga visuale di campo.

Una lente normale copre la visione della realtà secondo un angolo che è approssimativamente di 45 gradi, quindi possiede una media visuale di campo. Assomiglia molto all’angolo visuale dell’occhio umano.

La lunghezza focale nelle lenti per HD-DSLR - Tecnica della fotografia moderna - 3 di 4Una lente tele è infine caratterizzata dalla possibilità di riprendere l’ingrandimento di una piccola parte di spazio che ha davanti. Si dice quindi che ha una stretta visuale di campo.

La relazione tra lunghezza focale e profondità di campo

Il rapporto tra lunghezza focale e profondità di campo è inversamente proporzionale. Quindi:

  • Una lunghezza focale bassa (lenti wide) corrisponde ad una larga profondità di campo
  • Un’alta lunghezza focale (lenti tele) corrisponde a una stretta profondità di campo

Da qui si deduce che è sempre meglio usare lenti normali o tele per ottenere l’effetto sfumato dietro e davanti al soggetto; al contrario è preferibile usare lenti wide per inquadrare porzioni di spazio dove tutto (o quasi) deve apparire a fuoco.

Le conclusioni: come gestire la lunghezza focale?

Con queste semplici nozioni è chiaro fin da subito che non è possibile (o perlomeno è molto difficile) usare una lente tele per riprendere un paesaggio, semplicemente posizionandoci ad una distanza che giudichiamo appropriata.

Allo stesso modo è incoerente tentare di catturare un dettaglio usando una lente wide e posizionandoci vicinissimi al soggetto. Al di là degli evidenti limiti tecnici della lente, la qualità dell’inquadratura, il rapporto tra volumi e l’organicità stessa della ripresa sarebbero scorrette.

La lunghezza focale nelle lenti per HD-DSLR - Tecnica della fotografia moderna - 3 di 4Detto questo, altra nota ovvia: cercare di cambiare la profondità di campo sfruttando la lunghezza focale è decisamente inappropriato.

Per due motivi: innanzitutto l’effetto ottenuto potrebbe non essere quello sperato.

Per una questione di calcoli e caratteristiche dalla lente, infatti, è difficile prevedere con precisione quale profondità di campo si otterrà.

Ma soprattutto cambiando la lunghezza focale cambia anche l’inquadratura, ovvero si stravolge l’intento stesso della scelta registica.

Se ne deduce che l’ipotesi di sfruttare la lunghezza focale per modificare la profondità di campo non è consigliabile.

Tuttavia è importante conoscere come la profondità di campo si comporta in base al tipo di lente utilizzato: l’utilizzo di altre variabili – come ad esempio l’apertura – in concomitanza con questa, potranno accentuare o far diminuire il naturale comportamento delle lenti impiegate conducendo il direttore della fotografia al risultato sperato.

Ogni marchio ed ogni immagine vanno intesi a scopo di esempio didattico e appartengono ai legittimi proprietari.

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2 commenti
    • Thomas Graziani
      Thomas Graziani dice:

      Grazie molte: oggi pubblichiamo l’ultima puntata del tutorial sulla profondità di campo.
      Dobbiamo decidere di cosa occuparci adesso: hai suggerimenti o proposte? Mi piace rilanciarvi la palla.
      In bocca al lupo!

      Rispondi

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