Distanza e angolazione
Imparare a scrivere: strategie per cortometraggi efficaci
Bentornati, rieccoci a parlare di cortometraggi e di metodi per imparare a scrivere storie per il video. In questa serie di tutorial parliamo di alcuni dei più spinosi elementi della messa in scena.
Avete ben appreso bene i concetti che fondano l’idea di ambiente e di punti di vista?
Allora possiamo dedicare un po’ di tempo a rendere chiare e originali le immagini. Cominciamo dalle basi: sarà un gioco da bambini, vedrete.
Streategie di scrittura: imparare a scrivere i cortometraggi
Le riprese di un lavoro filmato differiscono tra loro per infinite variabili. Nei cortometraggi sono importanti fattori come la quantità di luce, la location. La presenza o meno di attori in scena, la staticità o dinamicità dell’azione e così via.
Almeno: questo penserebbe un neofita della materia. Per noi invece, che vogliamo approcciarci alle immagini in movimento con taglio registico, occorre altro.
La prima distinzione che deve balzare all’occhio quando osserviamo due inquadrature riguarda proprio la differenza tra due elementi dell’inquadratura. Distanza e angolazione.
Questi due parametri non si caratterizzano come semplici artifici per diversificare i ciak. Piuttosto sono veri e propri strumenti. Da conoscere ed usare quindi nei nostri cortometraggi.
Vediamo di capirci meglio e inquadriamo questi due elementi. Elementi, ricordo, necessari per imparare a scrivere le nostre storie per immagini.
La distanza: imparare a scrivere dei cortometraggi interessanti
Per comprendere bene il significato della distanza occorre fare uno sforzo di immaginazione.
Figuriamoci il mondo come percorso dai tre assi cartesiani della geometria. Quello orizzontale, asse X. Quello verticale, asse Y. E quello che indica la profondità, asse Z.
Ipotizziamo che i tre assi si incontrino proprio di fronte al soggetto da riprendere. E’ possibile identificare un’infinita serie di posizioni che corrispondono ai diversi punti dello spazio.
Queste posizioni potranno differire tra loro per la variazione di un solo parametro. Oppure per due o per tutti e tre.
Ad esempio, immaginate due macchine da presa poste alla stessa profondità ed altezza verticale.
Ma orizzontalmente lontane tra loro. In questo caso, il parametro che varia è soltanto quello relativo all’asse X.
Piazzare la telecamera
Scegliere in modo corretto dove piazzare la telecamera è determinante per strutturare l’inquadratura. Permette insomma di raffinare l’estetica di un’immagine. Fino a farla calzare con l’idea che abbiamo in mente di rappresentare.
La distanza rappresenta quindi lo strumento principale per fare collimare il punto di vista del narratore con la tensione espressiva del momento cinematografico.
Regolare questo parametro in modo sapiente non solo contribuisce a generare pathos. Ma modifica la percezione dello spettatore.
In un cortometraggio, dove ogni inquadratura è importante, è importante conoscere a fondo i luoghi in cui si girano le immagini. Imparare a scrivere significa anche questo.
Sapere creare inquadrature in relazione dinamica tra loro, che si allontanano e si avvicinano alla storia seguendo il flusso delle emozioni e delle esigenze dello spettatore. In questo senso, occorre imparare come scrivere una inquadratura, come dobbiamo imparare a progettare una scena su carta.
L’angolazione: imparare a scrivere i cortometraggi
Una volta definita la posizione, altro elemento da valutare è l’angolazione. Vale a dire lo scostamento tra un’inquadratura frontale e ogni possibile variante.
Come sapranno molti di voi, i supporti per stabilizzare le telecamere sono diversissimi. Ma tutti lavorano partendo dall’idea di stabilità e allineamento con l’orizzonte.
Allontanandoci da questo schema ovvero lavorando sull’angolazione si potranno ottenere riprese inconsuete e punti di vista particolari.
La scelta tra le molte possibilità di posizione ed angolazione non può essere casuale o legata a sterili motivi di gusto. Al contrario va motivata da esigenze narrative e di location.
Inoltre al momento della ripresa occorrerà aver già prodotto un sapiente lavoro di scrittura, pre-produzione e storyboarding.
Finalizzato ad identificare la migliore soluzione visiva rispetto alle necessità del racconto e del soggetto ripreso.
Gestire l’espressività
Nei cortometraggi, come del resto nelle produzioni audiovisive di ogni settore, la gestione di ogni aspetto espressivo è importante.
Il tempo è limitato, le cose da dire sempre molte e per farlo occorre che ogni cosa sia al suo posto.
Imparare a scrivere dei cortometraggi significa anche saper dosare gli elementi della scena in modo consapevole e affilato.
Tutto chiaro fin qui?
Vogliamo provare a riassumere le cose scritte finora in un testo organico?
Potremmo dire così: nel cinema, ogni mutazione dei punti di vista racconta il lavoro di un’istanza narrante e la volontà di conferire valore all’oggetto ripreso tramite l’ottimizzazione delle opzioni di posizione ed angolazione all’interno di un determinato ambiente.
Imparare a scrivere un cortometraggio: un lavoro impegnativo
Troppo difficile? Rileggiamo, nel caso.
Seguire con attenzione la tipologia dei significati associati a ciascuna inquadratura permetterà di rendere più efficaci le immagini.
E questo si può fare anche sfruttando la valenza psicologica e le vicende narrative che ogni tipo d’inquadratura ha nel tempo sviluppato.
Infatti il regista, si appoggia ad un immaginario collettivo di significati.
Sfrutta le variazioni di distanza e angolazione.
In questo modo può contestare le acquisizioni del linguaggio. Stravolgere un libro di abitudini.
Sorprendere con punti di vista ed opinioni inconsuete, proporre alternative intellettuali. Oppure ancora infastidire lo spettatore. Al punto di farlo riflettere sopra comportamenti abitudinari e cliché fossilizzati.
Scrivere per il cinema
Insomma: il lavoro di scrittura, di messa in scena, di ripresa, di regia, non soltanto hanno lo scopo di tradurre in immagini idee e fantasie. Ma pure serve a rappresentare il mondo e la realtà attraverso il sistema linguistico chiaro, scelto dall’autore. Nella scrittura di cortometraggi, questo passaggio è importante perchè impone di progettare prima di lavorare, pensare prima di agire.
Una deduzione che fa comodo in ogni campo della vita. Ma che si applica in modo specifico per coloro che vogliono imparare a scrivere racconti per immagini. Da qui si trae la seconda regola aurea della produzione cinematografica di qualità.
Film consigliati:
Notorious, l’amante perduta (Notorious, Usa, 1946) di Alfred Hitchcock
Il petroliere (There will be blood, Usa, 2007) di Paul Thomas Anderson
Ogni marchio ed ogni immagine vanno intesi a scopo di esempio didattico e appartengono ai legittimi proprietari.
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